Pulite le sarde, tagliate le melanzane di sant’erasmo. Ci apprestiamo a chiudere le cinegrigliate poverania, un’ estate di proiezioni in giardino, con la pellicola di Fabio Morichini e Matteo Sapio (quest’ultimo in arrivo alla stazione di Santa Lucia alle 19.30) “La Grata”, una produzione Poverania
Regia: Fabio Morichini e Matteo Sapio Paese: Italia, 2009 Interpreti: Federico Scribani, Pepita Cianfoni, Lara Martelli, Sylvia de Fanti, Francesco Cabras… Durata: 82′ circa Web:www.myspace.com/orphans198
IL FILM: Roma, Novembre, cordone sanitario, pandemia. Nella città ancora svolazzano le mosche, nonostante sia inverno. La protezione civile ha riaperto i padiglioni abbandonati dei grandi ospedali cittadini per l’emergenza. In una stanza chiusa da trent’anni, viene approntata, in tutta fretta, una sala di terapia intensiva: qualcosa di strano è successo lì dentro, molti anni prima. La paziente che viene ospitata è una giovane donna in coma, un volto noto, una soubrette della televisione. Davanti al letto c’è una grata, che copre un vecchio condotto dell’aria. E le mosche, che tutto osservano…
“Volevamo divertirci a realizzare un film senza progetto, senza sceneggiatura. Così abbiamo scritto soltanto la struttura e abbiamo iniziato a girarla. Ne La Grata ci si ritrovano pezzi di Marcuse, Kafka, Buzzati; tematiche sul cinema, come viene fatto o pensato, e uno sguardo neanche troppo amaro – forse soltanto distaccato – su questa Italietta, piena di buoni propositi e di pessimi cittadini. Lo sguardo di cui sopra appartiene alle mosche, insetti presenti ovunque ci sia immondizia e nel film, Roma, ne è completamente invasa. La Grata tratta anche la tematica del fine vita. Chi cerca riferimenti ai fatti di cronaca può anche lasciar perdere: non intendevamo entrare nella curva sud vs curva nord della bioetica. Questi temi hanno bisogno di un dibattito serio e sofferto e il clima da rissa che si era creato ci faceva paura e ribrezzo. Odiamo i film che “vogliono far prendere coscienza”: la coscienza si ha o non si ha. E odiamo vedere i morti, con tutta la loro scia di dolori reali che si portano dietro, esser trasformati in personaggi da sgranocchiare insieme ai popcorn. È illecito.” (Fabio Morichini e Matteo Sapio)
Regia: Alberto Genovese
Paese: Italia, 2009
Interpreti: John Simian, Max Muntoni, Yuri Plebani, Luigi Vitale
Durata: 86′ circa
Web: http://astronazi.splinder.com/
Il cervello di Hitler, prelevato da alieni aldebaraniani poco prima della sua morte, viene rigenerato e inserito in un computer per comandare un nuovo attacco alla terra con una schiera di svastiche volanti. Mentre le astronazi calano sulla terra, due balordi progettano di recuperare i soldi della loro rapina attraverso un bancomat universale. Ma Satana, proprietario dei soldi derubati, manda sulle loro tracce il terribile seguace Mordecai, dotato di diabolici poteri. Palazzi che esplodono, riprese aeree, mostri giganti stile Godzilla, svastiche volanti e alieni dell’altro mondo: “Il primo kolossal realizzato senza soldi”
Domenica 22 Agosto ore 21
presso Zona Bandita
Fondamenta dei Tabacchi
30100 Venezia (VE)
INGRESSO LIBERO DALLE ORE 19
musica, drinks e grigliata in giardino
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Nel cuore di Roma, il malvagio Aldous tiene prigioniero un mostro in cantina. Ma un giorno, la bestia, riesce a scappare dalle grinfie del carceriere. Inizia la caccia che dà il titolo al film e che vede coinvolti lo stesso Aldous, il vendicativo cacciatore di mostri Markus e il detective americano Mitchell, che indaga su alcuni orribili delitti. Un horror/splatter low budget, ironico e appassionato, firmato da un giovanissimo filmaker romano (classe 1988), quì al suo esordio nel lungometraggio. Il film è in lingua inglese, sottotitolato in italiano.
“Ho scritto il film in inglese non solo per coerenza nei riguardi del corto da cui è tratto (The Basement), ma anche perchè sentivo di riuscire a imprimervi maggiore ironia, fondamentale per lo splatter, sottogenere a cui appartiene The Hunt (piuttosto che all’horror duro e puro), dove la morte perde le sue connotazioni più temibili e viene messa alla berlina. Ho cercato inoltre di fondere altri generi che adoro, come il film d’azione e il poliziesco, con quello principale.” (Andrea Iannone)
Lo stupido nerd, protagonista di questo film, grazie a un’incredibile “lavatrice del tempo” distruggerà l’intero umano sapere, causando ingenuamente scempio, disgrazie e apocalittiche atrocità. Primo episodio della serie.
“Nasciamo dalla nostra passione per il cinema, o meglio, per il suo lato più oscuro: film scrausi e terrificanti, in cui abbonda la pummarola e deficita la chiacchiera, pellicole infernali dove un cazzottone in bocca tacita inutili moralismi e stronca stupidi sbaciucchiamenti… Il cinema italiano -ahime!- era nei guai, così, siamo entrati in ballo noi: partendo con telecamere esteticamente brutte, malfunzionanti (specialmente dopo il nostro utilizzo ndr) e senza togliere il tappo dall’obiettivo, siamo giunti, dopo un duro allenamento alla Rocky Balboa, fatto di soporifere riprese ai cenoni dei parenti, a diventare quei mostri sacri universalmente riconosciuti, di cui tutti, oggi, potete goderne i capolavori.” (KRAKATOA INK.)
“Dai confini della realtà ai confini della fandonia, il passo è molto breve. Specie se ci troviamo in una produzione targata Krakatoa Ink, collettivo di giovani cinematografari che, grazie a una portentosa manciata di cortometraggi, aveva già messo in mostra tutta la sua carica di umorismo demenziale e goliardico, nonché una spiccata propensione per generi forti come l’horror, il western e la fantascienza […] Si respira un’aria da produzione Troma, fatta di idee malsane e trovate geniali, di pochissimi soldi e tantissima voglia di fare; dove gli effetti sono “speciali” per davvero (strabilianti proprio perché fatti con niente) e la messa in scena, tra costumi e scenografie, propone un carnevale di stimoli visivi”
quattro chiacchere con Leandro del collettivo John Snellimberg, il giorno dopo la proiezione de “La Banda del Brasiliano” al cinematografo poverania in Zona Bandita
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Vorrei dire agli amici che partecipano alle grigliate che bisogna avere un pò di pazienza quando si cucina… non è divertente stare sulle griglie con la gente che scalpita per un ossetto… come se non avesse mai mangiato un pezzo di carne in vita!
Pioveva ed abbiamo fatto la grigliata lo stesso (non era proprio una situazione comoda), c’era piu’ gente del previsto… il fatto che siamo in zona bandita non autorizza a comportarsi come delle merde e c’è chi si sbatte per pulire, cooperando per fare le proiezioni e le grigliate e alla fine non vede neanche il film e non mangia neppure, per premettere agli altri di farlo… meriterebbe un pò di rispetto e non essere coglionata.
Non è facile organizzare una grigliata fatta bene, soprattutto quando non hai la certezza di quanta gente arriverà… dispiace se qualcuno non è contento degli ossetti. noi si cerca di fare il meglio anche da quel punto di vista. NULLA TOGLIE A NESSUNO DI PORTARSI I SUOI OSSETTI E CUCINARSELI.
La grigliata come tutte le cose organizzate in un ottica di autogestione implicano la collaborazione di tutti, in prima persona. e il rispetto per il lavoro degli altri.
Viva la grigliata autogestita! viva il cinema indipendente!
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Ancora in pista per il terzo appuntamento con il Cinematografo Poverania a Venezia – la rassegna del cinema low budget !
tra le fresche frasche del giardino della Zona Bandita e preceduti dalla nostra insuperabile grigliata (per questa domenica ritornano le salsicce casereccie della riviera, ossetti e tante verdure grigliate!) avremo due filmacci da non perdere.
Tra le fabbriche della periferia pratese è rinvenuto il corpo senza vita di un bambino di dieci anni, precedentemente scomparso. Il giorno successivo, in un ufficio di Vaiano, un impiegato di cinquanta anni, Massimo Gori, viene rapito da un gruppo di ragazzi. L’ispettore Brozzi, vicino alla pensione, è incaricato di seguire il caso, assieme al giovane e inesperto Vannini. I sospetti cadono sulla “Banda del Brasiliano”, che ha precedentemente tentato – goffamente – di rapire altri soggetti. I rapitori sono quattro ragazzi sulla trentina: il Biondo, il Mutolo,il Randagio e il Brasiliano. Il movente del rapimento è in realtà decisamente insolito. Soltanto le indagini dell’ispettore Brozzi, perseguitato dai ricordi del passato, e di Vannini potranno far luce sul caso…
La Banda del Brasiliano è un film a bassissimo costo, nato dall’impegno volontario di una troupe di professionisti e appassionati di cinema, accomunati da una doppia esigenza: raccontare una forma di malessere sociale, uno scontro generazionale sotterraneo e pericoloso; farlo attraverso quel veicolo che un tempo se ne faceva espressione naturale e diretta, il cinema poliziesco italiano. La banda del Brasiliano è pertanto una specie di poliziesco, con tutti gli elementi tipici della tradizione. Ma anche una riflessione sulle difficoltà di girare un poliziesco oggi, e una commedia amara e nostalgica verso un’epoca – gli anni Settanta – che per motivi anagrafici non abbiamo potuto vivere. (Il collettivo John Snellinberg)
Continuano gli appuntamenti con il cinematografo Poverania nel giardino di zona Bandita a Venezia
Nonostante la concorrenza di eventi come i mondiali di calcio e la sagra di san giacomo, l’affluenza alle nostre grigliate di cinema indipendente e autoprodotto è costante e raccoglie un pubblico curioso e attento a cosa viene mostrato.
Il secondo appuntamento ha visto sullo schermo il divertente “Torino Nera” di Massimo Russo: una bizzarra commistione di detective story e humor nero, spericolati inseguimenti tra utilitarie e satanismo da fumetto, senza tralasciare una certa critica sociale.
Abbiamo fatto due chiacchere con il regista. Eccole qua.
– Torino Nera è un film che mischia vari registri – humornero, commedia, critica sociale – da dove viene questa scelta?
La scelta del mescolamento digeneri non è neanche stata così voluta e decisa a tavolino come sembra ma credoche sia dovuta alla genesi stessa del film. Inizialmente ToNe avrebbe dovutoessere un drammatico puro, serio e molto nero (tutti i personaggi sarebberomorti), realizzato male e quindi avrebbe fatto ridere per l’intrinseca naturatrash. Poi ho riscritto la sceneggiatura in chiave cazzara perché decisi direalizzare il film al meglio delle mie capacità e possibilità tecniche. A quelpunto, per evitare il trash involontario, cambiai registro perché un comicogrottesco mi avrebbe perdonato maggiormente gli inevitabili errori e le inevitabilimancanze. Poi il film avrebbe dovuto essere in ogni caso un pugno nello stomacoma sarebbe stato brutto, troppo brutto, fare fuori tutti i personaggi cosìqualcuno l’ho salvato. Attraverso tutte queste trasformazioni il film èdiventato quello che è, non un film di genere ma un film di generi. Abbiamoscelto un termine per inquadrarlo. ToNe è un film “crossover”, incrocio digeneri.
-i personaggi del film sembrano usciti da un fumetto anni’70 (il detective marcio, il commissario fascistone, il superborghese…). perchè questa scelta?
Ancora una volta, consci delle nostre mancanze abbiamo fattodelle scelte e una di queste è stata premere sul pedale dell’acceleratore,caricando personaggi e situazioni. ToNe è un film che ha almeno tre livelli di lettura,quello del film scemo, quella psicanalitica e quella politico sociale.Tralasciando la lettura psicanalitica direi che il film è un’allegoria criticadella società, del sistema economico e degli italiani. Il film a volte sembracriptico, specie nel finale. Andrebbe rivisto un paio di volte perché è pienodi citazioni, di riferimenti storici, politici e di cronaca e tutti ipersonaggi sono la metafora di qualcosa di altro. Gli oggetti, i dialoghi, leinquadrature, le auto, i costumi rivelano i più profondi messaggi del film.Solo cogliendo questi “indizi” si può conoscere e comprendere appieno il film,la sua natura, il suo contenuto, il suo triplo finale, che per questomeriterebbe un’analisi approfondita. Poi se non avete voglia rimane un film fruibilee divertente con uno degli inseguimenti più demenziali degli ultimi anni frauna 500 e una 112 e con personaggi assurdi e divertenti.
-quanti soldi è costato il film? in che cosa li avete spesi?Quanto il budget ha influenzato la realizzazione del film?
In un film il budget è tutto. In base al budget prendi unascelta o prendi l’altra, fai una cosa o non la fai. Per fortuna siamo statiabbastanza punks da interpretare in maniera creativa la mancanza assoluta dibudget e quello che era una mancanza l’abbiamo trasformato in unacaratteristica, una peculiarità, un’idea geniale, un messaggio politico e viadicendo. Con più soldi sarebbe stato un film più leccato e preciso tecnicamente(ToNe comunque mantiene una sua dignità tecnica n.d.a.) ma magari meno frizzante,chissà!
Ad ogni modo la cifra finale è di 5000 euro per un film di90 minuti, con 75 scene, con 120 pose, con 150 comparse, una scena diinseguimento, con case, ville, obitorio, decine di locations, esterne einterne, diurne e notturne e un paio di scene girate all’estero in Francia,Costa Azzurra. Le tre più grandi locations sono costate 2500 euro, tutto ilresto è stato fatto gratis.
-una critica che è stata avanzata è sulla fotografia delfilm, molto leggibile e senza grossi contrasti, che richiama al mondodella fiction televisiva. Era una scelta conscia o dovuta ai mezzicon cui avete girato e post prodotto?
Il film è stato girato in SD con una Panasonic DVX100 primaserie, camera ormai vetusta e che già allora aveva tanti troppi limiti. A questosi aggiunge la povertà estrema di mezzi (avevamo solo 6 lampade in tutto) peravere una situazione di difficoltà estrema dal punto di vista della fotografia.Le immagini comunque, in linea generale, non erano male visto le premesse. Hodeciso per una correzione colore che eliminasse l’effetto da telegiornale e daBetacam che a volte si presentava, ovvero fortissimi contrasti e immaginitaglienti. Ho quindi ammorbidito molto i contrasti e aggiunto un micro blur atutto il film. Che, tra l’altro, è la linea di tendenza di molti lavorihollywoodiani di oggi, avere immagini molto morbide e non tagliate allaIspettore Callahan. Stavo per aggiungere una finta grana pellicola poi hopensato che il film era stato girato in digitale e pertanto fintare la pellicolasarebbe stato un “vorrei ma non posso” per cui ho rinunciato. ToNe è un film indigitale autoprodotto e per tanto non avrà mai la pasta di un film in pellicola35 mm.
– Quali sono le influenze cinematografiche di Massimo Russo?
Non ho influenze cinematografiche particolari ma piuttostoun sottofondo fatto di tutto ciò che mi piace o mi è piaciuto. Non ho un autoredi riferimento. Sono laureato in cinema ma non sono un cinefilo e certe coseincensate dagli intellettuali e dai critici del cinema a mio parere sono dellegrandi cagate, per dirla alla Fantozzi (non la Corazzata Potemkin, che tral’altro dura circa un’ora e 10 minuti e non quattro ore). Detto ciò in ToNe homesso tutto quello che mi piaceva, ho preso in giro tutto quello che mi andavasenza farmi troppe domande, viene citato e sbeffeggiato Kubric con Eye WideShut e omaggiato Jackie Chan con Project A, senza soluzione di continuità ovolontà di fare classifiche.
– Prossimi progetti?
Dopo ToNe abbiamo realizzato il pilota di una serie televisivachiamata “2 di Picche”. Uno dei progetti futuri è realizzare questa serie, senon la faremo per la TV la faremo per il web. 2DP comunque vivrà. A breve nerealizzeremo una puntata virale e la metteremo sul web. Un’altra cosa chevorrei fare è un secondo film, un “ToNe2”, un sequel che sto scrivendo e chesarà pieno di cose e di idee. Ho scritto anche una sceneggiatura noir per laquale sto cercando produzione. Idee ce ne sono tante, sono i mezzi che mancano.
-ultima: cosa ne pensi di poverania? credi che iniziative diquesto tipo possano aiutare il cinema low budget ad otteneremaggiore
visibiltà o ad attivare collaborazioni tra creativi chelavorano nell’ambito? oppure può diventare una gabbia di nichhiarispetto ad altre esperienze meno settoriali (festivals, rassegne…)
Poverania è una gran figata e deve ingrandirsi e continuaread esistere. Poverania è la nostra ancora di salvezza rispetto alla merda cheil nano incatramato e i suoi servi ci propinano quotidianamente da almeno 30anni, è la possibilità che parte dal basso per un mondo dell’intrattenimentocinematografico differente, è la naturale crisi di rigetto rispetto ad unregime di dittatura culturale (e non solo culturale), è la resistenza dellacultura libera e deve crescere e crescere e crescere. Quello che diventerà nonlo so, dipenderà da tanti fattori, dipenderà molto anche da noi non farlorimanere un esercizio fine a se stesso, una roba di nicchia ma farlo diventareun veicolo di contro cultura e di contrattacco al regime vigente.
Per contatti siamo su Myspace, Facebook e sul sito ufficiale www.torinonera.it , inoltre siamo anchecome fanpage e gruppo su Facebook sia come Torino Nera sia come 2 di Picche. Siamo inoltre su Youtube con il canale msrx08 .
Domenica 11 Luglio verso le 22.30 (dopo la finale dei mondiali che anche proietteremo…) si parte con il Cinematografo Poverania a Venezia, nel giardino della Zona Bandita, in Fondamenta dei Tabacchi.
si tratta di 9 lunghi e un cortometraggio che proietteremo ogni domenica sera fino a settembre, in compagnia di una buona grigliata (anche per vegetariani), birrette e un pò di musica post cinema.
I film arrivano tutti (tranne il cortometraggio di Pisci) dagli scaffali di Cinematografo Poverania, un progetto no profit che questo inverno ha organizzato a Roma serate di cineforum in vari locali con scadenza settimanale. Proiezioni esclusivamente dedicate al cinema indipendente italiano (specie se low budget) e agli “invisibili” del nostro bel paese.
Lo scorso maggio ho presentato il mio film “Cowpunx from Hell” al Cinematografo Poverania a Roma.